La costruzione della creatività musicale tra appartenenza e singolarità. Pratiche e dialettiche trasformative

A partire da una serie di interviste con compositori e altri «creativi musicali», il capitolo analizza l'universo del discorso della comunità artistica considerata e le sue tensioni implicite, focalizzandosi in particolare sul processo di apprendimento, socializzazione e carriera. L'analisi guarda al modo in cui i musicisti danno senso, descrivono e giustificano le proprie scelte creative, le traiettorie intraprese nel campo artistico-professionale, le visioni della musica come oggetto sociale, come arte e come professione. In particolare, il capitolo si concentra su una tensione dialettica che permea i racconti degli intervistati, i quali oscillano discorsivamente -- e raccontano di ripetute oscillazioni lungo il proprio percorso -- tra la necessità di appartenere al campo della musica, cioè sentirsi parte e venire riconosciuti parte della comunità artistica, da un lato, e, dall'altro, il bisogno di venire riconosciuti come artisti originali, creativi unici, geni musicali, rispettando così uno dei capisaldi culturali e retorici dei mondi dell'arte, quello della singolarità. Questa dialettica si riflette in una serie di tensioni di secondo ordine (come tecnica acquisita vs. talento innato, rapporto mediato vs. diretto con la musica), che acquisiscono diversa rilevanza relativa a seconda della cornice entro cui si inquadra la pratica musicale, come studio o lavoro, e delle fasi del processo di socializzazione e carriera. Per questo il capitolo è organizzato in due «movimenti», dedicato ciascuno a una cornice, e propone due «intermezzi» che adottano una prospettiva processuale, ripresa poi nella «coda», la quale mostra come il percorso artistico conduca alla ricomposizione di elementi apparentemente contraddittori coesistenti.